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Un giocatore conoscerà tanto meglio un'apertura tanto più avrà avuto occasione di giocare partite con essa.
Per questa ragione la maggior parte degli scacchisti preferisce limitare il proprio repertorio di aperture al minimo indispensabile: una sola prima mossa col Bianco, per esempio 1.e4 o 1.d4, e un'unica difesa col Nero contro ciascuna delle prime mosse del Bianco. Questa scelta appare tuttavia troppo rigida, rinunciando sia alla possibilità di poter cambiare apertura quando l'avversario si è preparato specificatamente per affrontare le nostre varianti usuali o semplicemente rinunciando alla possibilità di cambiare quando esce qualche novità che momentaneamente rende inefficace la nostra variante.

L'opzione consigliabile sta nel mezzo: selezionare un repertorio di aperture minimo ma completo ed affidabile, da studiare profondamente ed usare più spesso, ed integrarlo con lo studio di qualche altra apertura che potremo giocare occasionalmente in alternativa a quella preferita del nostro repertorio minimo. Ovviamente non potremo conoscere queste seconde aperture in maniera altrettanto approfondita ma comunque dovremo avere una sufficiente familiarità con esse.

Il modo migliore per scegliere un'apertura è quello di selezionare quelle varianti che con le loro linee di gioco ci conducono in posizioni nelle quali ci troviamo a nostro agio e ci risulta facile capire ed individuare i piani di gioco da mettere in atto. In altre parole non dobbiamo andare alla ricerca della mossa migliore in assoluto, che molto spesso nella fase di apertura non esiste, ma della mossa che capiamo, sappiamo apprezzare e ci porta in una posizione che ci piace.

Per scegliersi il repertorio occorre alternare l'analisi di partite giocate da maestri a il giocare noi stessi partite per provare un apertura. Spesso infatti solo giocando ci si rende conto del nostro "feeling" con quella determinata apertura.