Il valore dei pezzi degli scacchi rappresenta una stima della forza di ogni singolo pezzo che aiuta a determinare la convenienza di un cambio e viene usata dai motori scacchistici per valutare una posizione. Di massima l'Alfiere ed il Cavallo valgono 3 punti, la Torre 5, La Regina 9 ed il Pedone 1 sebbene questi numeri possano cambiare leggermente in funzione di chi propone i punteggi. Questi valori assoluti dei pezzi sono utili all'inizio della partita per valutare il gioco e determinare la convenienza dei cambi. Tuttavia qualsiasi scacchista sa bene come tali punteggi siano relativi e che possono cambiare nel corso della partita in funzione della posizione: può accadere che l'Alfiere risulti più forte della Torre o che due pezzi minori superino la forza della Donna o che l'umile pedone, raggiunta la settima traversa, diventi all'improvviso fortissimo.
Il valore assoluto dei pezzi risulta veritiero solo in situazioni di equivalenza posizionale: all'apparire di debolezze e sbilanciamenti, i pezzi possono acquisire della forza che normalmente non possiedono. Un esempio classico per calare questo concetto nella realtà di una partita a scacchi è rappresentato dalla "immortale" di Anderssen (Anderssen - Kieseritzky, Londra 1815)