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Valore assoluto e relativo dei pezzi

Il valore dei pezzi degli scacchi rappresenta una stima della forza di ogni singolo pezzo che aiuta a determinare la convenienza di un cambio e viene usata dai motori scacchistici per valutare una posizione. Di massima l'Alfiere ed il Cavallo valgono 3 punti, la Torre 5, La Regina 9 ed il Pedone 1 sebbene questi numeri possano cambiare leggermente in funzione di chi propone i punteggi.  Questi valori assoluti dei pezzi sono utili all'inizio della partita per valutare il gioco e determinare la convenienza dei cambi. Tuttavia qualsiasi scacchista sa bene come tali punteggi siano relativi e che possono cambiare nel corso della partita in funzione della posizione: può accadere che l'Alfiere risulti più forte della Torre o che due pezzi minori superino la forza della Donna o che l'umile pedone, raggiunta la settima traversa, diventi all'improvviso fortissimo.

Il valore assoluto dei pezzi risulta veritiero solo in situazioni di equivalenza posizionale: all'apparire di debolezze e sbilanciamenti, i pezzi possono acquisire della forza che normalmente non possiedono. Un esempio classico per calare questo concetto nella realtà di una partita a scacchi è rappresentato dalla "immortale" di Anderssen (Anderssen - Kieseritzky, Londra 1815)










11.Tg1! Il primo di una serie di sacrifici brillanti; da questo momento in poi il valore tradizionalmente assegnato ai pezzi non è più applicabile
11...cxb5 12.h4 Dg6 13.h5 Dg5 14.Df3 Cg8 15.Axf4 Df6 16.Cc3 Ac5 17.Cd5 Dxb2 18.Ad6?! una mossa discutibile perchè se da una parte è l'inizio della combinazione "immortale" di Anderssen, dall'altra avrebbe consentito al Nero di difendersi. Vinceva invece in maniera semplice 18.d4!+-
18...Axg1? favorendo le intenzioni istrioniche di Anderssen che sarebbero invece state messe a dura prova da 18...Dxa1+! 19.Re2 Db2
In questa partita i 3 pezzi minori del Bianco sono risultati più forti dell'insieme dei pezzi del Nero: "la possibilità di convertire materiale in forza e forza in materiale rappresenta una proprietà considerevole degli scacchi, forse il suo più grande mistero" (Rudolf Speelman)